La cacciatrice all'opera

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    Mi stiracchiai un pò, continuando ad osservare i passanti con fare noncurante, assumendo l'espressione di chi sta aspettando qualcuno.
    Ero appoggiata ad un muro annerito, all'inizio di una viuzza, vicino alla stazione ferroviaria ricoperta da locomotive e una buona dose di vapore, dove un nutrito gruppo di persone camminava frettolosamente, chi in cerca del treno, chi in cerca di parenti e chi spaesato, completamente perso nel caos. Erano questi ultimi i miei possibili obbiettivi, così occupati ad angosciarsi che nemmeno se fosse passato loro davanti un cane a due zampe che lanciava palline in aria come un giocoliere, si sarebbero accorti. Figuriamoci sfilare loro dalle tasche fazzoletti e portafogli.
    Finalmente adocchiai l'uomo perfetto, un giovane probabilmente facoltoso dato l'abbigliamento, si stava spostando con una valigia di media grandezza ma abbastanza pesante, a giudicare dallo sforzo del giovane.
    Mi avvicinai rapidamente ma senza dare nell'occhio. Con fare disinvolto iniziai a correre velocemente assumendo l'espressione di una persona tremendamente in ritardo il cui treno stava per partire e urtai la valigia del malcapitato, facendola cadere.
    Oh mi scusi tanto, sono veramente spiacente dissi con fare affranto. Raccolsi la valigia da terra e la porsi nuovamente al giovane, che borbottò un figurati piccola.
    Con permesso inchinai leggermente il capo e mi rimisi a correre. Dopo essermi allontanata quel tanto che bastava per non entrare nel campo visivo della vittima svoltai in una stradina e ricominciai a camminare tranquillamente.
    Nella manica della camicia si intravedeva un leggero rigonfiamento, un fazzoletto trovato nella tasca dei pantaloni, mentre in tasca avevo un bel portafoglio di cuoio camosciato.
    Speriamo che sia anche ben imbottito all'interno pensai speranzosa.
    Avrei aspettato di tornare al mio alloggio prima di verificare il valore del bottino di quella mattina.

    Edited by K i m - 28/4/2015, 15:36
     
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  2. Widlar741
     
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    Il vapore è un velo che cala denso sul brulicar di voci e figure che affollano la stazione. Pendolari, donne, uomini d'arme e giovani universitari si muovono con l'incuranza e la velocità d'operose formiche. Lui, Nikola Tesla, ha appena posato piede sulla grossa banchina, reduce d'un lungo e stancante viaggio in treno. Campagne, boschi e piccole cittadine sono scivolate oltre quel finestrino come acqua limpida d'un fiume in primavera. Londra, invece, è immota. Nulla è cambiato dall'ultima volta, nulla sembra aver scalfito l'animosa consuetudine di quel popolo che giace stretto nello stritolante vanto d'una cultura millenaria e curiosamente ombrosa.

    «Buongiorno, scusi, posso chiedere un'inf...»
    Ma il bigliettaio sembra essere troppo interessato ad inseguire un giovane teppistello che, colta al volo la fermata, ne ha approfittato per scappare al controllo biglietti.

    Soffoca una bonaria e serena risatina prima di proseguire addentrandosi nel tumulto di quella giornata alla stazione. Superato il groviglio del binario può finalmente ripararsi in prossimità della vetrata d'ingresso, poggiare in terra il leggero bagaglio e fermarsi ad osservare i passanti onde ricercare qualche viso incoraggiante onde poter chiedere informazioni.
    E' quasi per caso che assiste all'incredibile furto. S'acciglia, deglutisce e segue con gli occhi la ladruncola che si dà alla macchina con una nonchalance da professionista. L'educazione da ferreo ortodosso gli impone moralmente di intervenire. Afferrato il bagaglio e sistemata meglio la bombetta sulla testa, si tuffa nuovamente nella bolgia. Teme seriamente di perdere le tracce della ragazzina ma fa il possibile per tenere il passo.

    «Hey tu, fermati! Ti ho vista!»
    Urla una volta imboccata la stradina laterale. Rimane a debita distanza e, con il petto fremente, riprende velocemente fiato.

    Edited by sheðar. - 1/5/2015, 13:20
     
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    Stavo camminando tranquillamente, riprendendo fiato a poco a poco e tastando ogni tanto, quasi orgogliosamente, il rigonfiamento nella tasca, quando all'improvviso udii un grido in fondo alla viuzza. Hey tu, fermati! Ti ho vista! urlò un uomo guardandomi con gli occhi.
    Era sicuramente una persona economicamente stabile, dato il suo aspetto ben curato e i vestiti eleganti.
    Si rimise a correre proprio verso di me, nonostante il poco fiato.
    Dannazione, mi ha sicuramente vista rubare! digrignai i denti e ricominciai a correre, inseguita dall'uomo.
    Svoltai velocemente ogni volta che vedevo un incrocio, in modo tale da far perdere le tracce.
    In una stradina trovai una piccola staccionata tra due muri e, arrampicandomi agilmente, la oltrepassai, accasciandomi dall'altro lato per la stanchezza.
    Con il respiro irregolare e rotto dalla corsa cercai di tranquillizzarmi, in fondo non era mica la prima volta che ero inseguita da qualcuno anche se questo non succedeva da un bel pezzo.
    Doveva aver avuto un buon occhio, quel tizio, per essere riuscito a vedermi in quel minuscolo lasso di tempo in cui sfilavo portafoglio e fazzoletto.
     
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  4. Widlar741
     
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    :tesla:

    « Mevde! »
    Avrebbe dovuto aspettarsi la reazione di lei. Il fatto che lei fugga è assolutamente normale. Dunque, nonostante il fiatone, gli tocca riprendere la corsa onde evitare di perdere la giovane. La valigia, seppur relativamente leggera, rappresenta comunque un ingombro che concorre a rallentarlo soprattutto quando lei lo supera in agilità. Saltare e superare quel muro gli è praticamente impossibile dati gli abiti poco adatti allo sport e il bagaglio al seguito. Si ritrova poggiato con una mano al muro, nuovamente affaticato, ma affatto scoraggiato.

    « No è mia intenshione chiamav le gendavmerìe.»
    Ora mostra tutto l'accento francese mescolato ad una tipica cadenza slava. Insomma, un miscuglio di influenze che rendono il suo inglese assai peculiare, a tratti incomprensibile.

    «Ja rrivè de Paris.» Spiega sperando che lei, una volta superato il muro, non ne abbia profittato per dileguarsi definitivamente.

    «Tu sai povtav moi a la white shapel rod? Ho stevline pou toi!»
    Scoprire le carte è l'unico modo per tentare di arrivare dritti al fulcro di ogni suo interesse. Solleva gli occhi azzurri al bordo superiore del muro quasi volesse accompagnare le parole dall'altro lato.
     
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    Sentendo che qualcuno era dall'altra parte della staccionata ebbi un brivido di paura.
    Non avevo mai pensato che qualcuno avrebbe potuto catturarmi. Non sapevo nemmeno che cosa avrebbero potuto farmi ma non doveva essere divertente.
    Quando l'uomo parlò sussultai, i nervi tesi.
    No è mia intenshione chiamav le gendavmerìe. disse con un uno strano accento che feci fatica a capire.
    La frase non mi tranquillizzò molto e oltretutto, se l'uomo parlava, era perchè sapeva che io ero proprio dall'altra parte.
    Però... Allora perchè non veniva a prendermi? Non mi sembrava avesse problemi fisici.
    Tu sai povtav moi a la white shapel rod? Ho stevline pou toi! continuò a parlare.
    Una trappola o è davvero uno straniero spaesato? pensai titubante.
    Presi una decisione. Se nel portafoglio che avevo rubato avessi trovato abbastanza soldi per sopravvivere almeno una settimana avrei continuato a scappare. In caso contrario... Beh... Avrei corso il rischio, sperando in un lauto compenso.
    Estrassi con mano tremante il bel portafoglio e lo aprì.
    2 Penny e mezzo.
    Dannazione imprecai mentalmente.
    Non capivo perchè in quel portafoglio ci fosse così poco visto che il giovane sembrava ben messo.
    Dopo un momento di esitazione, soppesando la possibilità di andarmene, decisi di rialzarmi e, sperando che l'uomo fosse ancora lì, dissi Ti ci posso portare ma voglio almeno 2 scellini.
    Feci un altro respiro profondo e continuai Però prima vogio sapere perchè rincorrevi proprio me visto che è pieno di persone in giro a cui chiedere.
    Certo, così avrei anche potuto perdere il "cliente" ma la sua risposta, sperando fosse vera, era l'unico modo per sapere se fosse sicuro aiutarlo.
     
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  6. Widlar741
     
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    :tesla:
    Non gli resta che attendere nella speranza che lei abbia sentito e che abbia l'intenzione di fidarsi. Intanto, con l'orecchio aguzzato a rintracciare ogni rumore proveniente dall'altro capo del muro, rifiata fino a tornare ad una frequenza cardio-respiratoria normale.

    « deux centes? » Non può non trattenere un lieve sorriso che si estende anche agli occhi azzurri. Socchiude docilmente le palpebre ed annuisce fra sé e sé.

    « Così datè il bienvenue ad une strhanierò? » La modulazione della voce è chiaramente pregna di un'ironia scherzosa, tesa ad infondere fiducia in chi ascolta.

    « L'habit ne fait pas le moine. » Soghigna divertito mentre si sistema la bombetta con la mano libera. «Non sgiudicatè un librvò dalla copevtinà. Non sono nè plus ricco nè plus povevhò di voi. Ma ho viggiato abbastansà puor sapevhre che nessun conosce una scittà megliò di chi ne vivè le strade. »

    Intanto si distanza dal muro così da lasciarle l'eventuale spazio per scavalcare e tornare alla stradina.

    « Trois centes se vous faretè anche une chose pour moi. D'acord?» Per quanto possa sentirsi spaesato, non può certo dimenticare le esperienze messe insieme durante i tanti (forse troppi) viaggi per l'Europa. Nessuno, infatti, ha mai dispensato migliori consigli di coloro i quali vivono i bassifondi di una società.
     
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    Non è ricco dice? sogghignai.
    Sicuramente viveva molto meglio di me e anche con qualche bel soldino in più visto l'abbigliamento.
    Se mi parli in quella tua strana lingua non riesco a capirti risposi, arrampicandomi sopra la staccionata e accovacciandomi lì per un momento.
    Comunque accetto dissi saltando giù e atterrando vicino all'uomo.
    Whitechapel Road giusto? Seguimi. Lo sorpassai e aspettai che mi seguisse.
    Dopodichè iniziai a camminare verso Wood Street, attraversandola tutta e arrivando in Church Street.
    Svoltai a destra, proseguii lungo tutta la via e arrivai ad una grande via, Brick Lane.
    Ruotando il busto in modo da pormi lateralmente alle tante persone che passeggiavano nella strada, ripresi a camminare, girandomi giusto un attimo per spiegare all'uomo di fare come me, in modo tale da andare più veloce senza essere fermati dal flusso di gente.
    Arrivati quasi alla fine della via mi infilai in Finch Street, una piccola via deserta dove sarei stata sentita facilmente, e mi voltai verso l'uomo.
    Qui vicino c'è Whitechapel Road lo informai. Dove devi andare esattamente?

    Edited by K i m - 2/5/2015, 20:12
     
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  8. Widlar741
     
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    :tesla:
    Il sorriso si fa un po' più tirato; chiaramente la critica al suo accento deve aver stuzzicato qualche vecchia crosta ancora dolorante. Ma migliorerà, questo è certo. Ad ogni modo, vista la sveltezza di lei, si rende ben conto di quanto le sue chiacchiere possano risultarle sgradevoli. Fa spallucce, afferra nuovamente la valigia e si affretta a tenere il passo. Le sue previsioni erano giuste: la giovane ladruncola sembra essere sicura del percorso ed assolutamente a suo agio nella moltitudine di londinesi che accalcano la via.
    «Attendez un moment! Attendez un moment!» Le intima più di una volta cercando di starle dietro e, al contempo, cercare di non perdere il bagaglio e la bombetta. In verità, con l'unica mano libera, sta anche frugandosi nelle profonde tasche del calzoni giacché è certo che la missiva contenente le indicazioni stradali per il suo albergo devono essere lì.
    «Hotel Astòrià.» Cerca di leggere con la dizione più neutra e priva d'accento che possiede.
     
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    Capito accennai con la testa.
    Dopodichè mi rigirai verso il dedalo di vie e mi rigettai nella profonda confusione della rete stradale londinese.
    Arrivai fino in fondo a Finch Street per poi girare a destra e proseguire per Old Montague Street.
    Quest'ultima via era una strada abbastanza ampia, decorata da sparuti negozietti sparsi qua e là e muri abbastanza poveri per la zona.
    Proseguendo arrivai a Bakers Row per poi girare a destra e passare accanto alla stazione di Whitechapel e ad una lugubre workhouse che mi fece rabbrividire per un attimo.
    Se penso che a quest'ora potrei essere lì dentro o, peggio, morta pensai per un fuggevole momento.
    A destra della workhouse si trovava Brady Street che, sempre con lo straniero alle calcagna, proseguii fino in fondo per arrivare al punto più vicino all'Hotel, in Whitechapel Road.
    Questa è la stazione indicai all'uomo il grosso edificio, a titolo informativo.
    Accanto alla stazione si doveva appunto trovare Hotel Astòrià, non che sapessi leggere l'insegna ma ne avevo sentito parlare bene da varie persone che avevo origliato in una delle mie "osservazioni" dei polli da spennare.
    Sei arrivato dissi. E' questo l'Hotel, giusto? chiesi per conferma.
     
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8 replies since 27/4/2015, 22:19   153 views
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